La preghiera del via crucis de quest’anno è stata preparata per due monache agostiniane, ambedue appartengono al mondo monastico della famiglia spirituale di Santo Agostino, colui che incoraggiava ad attaccarsi alla croce di Gesú dinanzi alle sofferenze della vita.
La suora agostiniana Maria Rita Piccione ci ricorda nella presentazione del via crucis, preparata da Lei e che abbiamo seguito, che questa preghiera cristiana «non è una semplice pratica di devozione popolare con venatura sentimentale, essa [sostiene la suora] esprime l’essenza dell’esperienza cristiana», perchè appunto ci riporta alle parole stesse di Gesù, quando il maestro diceva ai suoi discepoli: «se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc. 8, 34).
Dunque…possiamo dire allora che appena “abbiamo di qualche maniera messo in pratica l’insegnamento di Gesù”, perché siamo stati disponibili ad accompagnare l' “umile Gesù” nel suo cammino verso la croce. L’accompagnare Gesù verso la croce è un continuo seguire il suo esempio di vita, di credere veramente nel suo insegnamento e soprattutto di entrare in comunione con Lui tramite la preghiera. In concreto, rivivere il cammino della croce è allora vivere un progetto di vita centrata nel seguire, nel credere e nel pregare con Gesù.
Vorrei sottolineare alla fine del nostro via crucis comunitario una certezza di vita personale, penso che più che accompagnare Gesù nella nostra vita quotidiana, dobbiamo prendere un stile di vita segnata dalla presenza del umile Gesù, che ha passato tutta la sua vita donandosi e testimoniando di parole e azioni la presenza amorosa di Dio Padre per l'umanità intera, senza fare nessuna distinzione.
Il nostro accompagnare Gesù verso la sua crocifissione e morte ci deve aiutare a prendere coscienza che oggi è proprio Lui che ci accompagna ed è presente nel nostro cammino di vita personale e comunitaria, vita che a volte è segnata anche di sofferenze, rifiuti, incomprensioni, dolori, ecc. La croce di Gesù deve aiutarci a capire il senso della nostra sofferenza ed assumere le nostre croce quotidiane, per far diventare occasione di vita nuova.
Nel seguire l’umile Gesù sofferente, crocifisso e morente esperimentiamo veramente il grande amore di Dio per ciascuno di noi, perché persino Dio com-patisce con noi le nostre sofferenze. In Gesù di Nazaret Dio stesso sofre con noi e per i nostri dolori.
La croce di Gesù è il vero sacramento del amore perché è l’espressione della donazione totale e gratuita. Che l’esempio di Maria sua madre ci aiuti a restare fedele ai piedi della croce come espressione anche del nostro amore verso il nostro redentore e Signore Gesù Cristo.