domingo, 4 de abril de 2010

Essere segni e mediatori di Cristo Risorto

Essere segni e mediatori di Cristo Risorto




 Omelia di domenica di Pasqua (Parrocchia San Giorgio)

Oggi celebriamo la risurrezione del Signore. La festa di Pasqua è la più importante di tutto l’anno liturgico. È una festa di luce: il Signore c’illumina, mette nei nostri cuori un’immensa gioia, un’immensa speranza, e li riempie anche di amore. Il racconto del vangelista Giovanni ci situa nel giorno di domenica, quando Maria di Magdala si recò al sepolcro di Gesù, dove avevano lasciato il corpo del maestro…Questa narrazione è molto ricca in segni: ogni segno sempre ha un significato che dobbiamo scoprire per capire il messaggio:

-       Maria arriva vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro
-       Pietro e Giovanni “corrono”…ma Giovanni arriva per primo, ma “non entrò”…perché?
-       Giovanni entrò nel sepolcro, ma dopo Pietro, e osservò i teli e il sudario… “vide e credette”.

Da questi tre segni elaboro la mia riflessione:

1- Gesù risorto è pieno di potenza: “…la pietra era stata tolta dal sepolcro”.

La risurrezione di Gesù è potenza poiché ci concede la remissione dei nostri peccati. Infatti, con la sua passione egli ci ha ottenuto il perdono di tutti i nostri peccati, anche quelli più gravi. La vita di Cristo ci trasforma interiormente. Non viviamo più semplicemente al livello umano, ma abbiamo in noi un germe di vita nuova che ci trasforma e ci rinnova con la grazia e la potenza della risurrezione.

2- Giovanni arriva per primo, ma non entrò, fu “Pietro che entrò nel sepolcro”

L’evangelista fa notare che Giovanni, pur correndo più veloce e arrivando prima è pieno di rispetto per Pietro, lo considera veramente come il capo degli apostoli; perciò non entra subito nel sepolcro, ma fa entrare prima Pietro.

La comunità cristiana non è un insieme di persone che convivono anarchicamente, cioè dove ciascuno dei membri si crea delle regole di maniera autonoma e libera senza nessun riferimento, precludendo ogni forma di animazione e gestione in comune. San Paolo, quando parla della Comunità cristiana, utilizza l’esempio del corpo per spiegare che la Chiesa deve convivere in armonia e in comunione. Vivere e lavorare in comunione è il segno più convincente che Gesù è vivo presente tra noi.

3- Giovanni al vedere i teli e il sudario… “vide e credette”

La risurrezione di Gesù è stata l’evento che ha illuminato la mente e il cuore dei discepoli. Gesù risorto è sorgente di luce, di una luce molto confortante e positiva che ci dona un sguardo nuovo per scoprire i segni concreti che ci parlano della risurrezione di Gesù.

Gesù risorto è sorgente di luce e di vita nuova che deve manifestarsi in segni concreti, ossia nel nostro modo di pensare, di sentire, de agire e di amare vicendevolmente. Se esprimiamo pensieri, sentimenti e azioni nuovi anche noi diventiamo segni vivi e mediatori efficaci del Cristo Risorto.

Gesù si manifestarà vivo nella nostra comunità, nella nostra famiglia… in noi e attraverso di noi, dunque, Dio ci chiama ad essere segni e mediatori della sua Risurrezione, allora vivere come risorto vuol dire assumere progressivamente i sentimenti ed i atteggiamenti di Gesù, l’uomo nuovo.

È possibile vivere come Gesù nella misura che viviamo con generosità, con spirito di servizio, con grande attenzione ai bisogni del prossimo, vivendo nella carità, nell’amore fraterno e la condivisione in comunione di azione e di spirito.

Il Signore è risorto, alleluia! Rallegriamoci ed esultiamo in Lui: impegnandoci ad essere segni e mediatori di:
FEDE: in unione con Cristo Risorto mediante la celebrazione gioiosa dell’Eucaristia domenicale;
SPERANZA: nel momento di difficoltà, di prova e di sofferenze;
CARITÀ: mediante l’amore, la comunione, il coinvolgimento e il aiuto solidale.

Cristo Risorto aiutaci ad essere segni e mediatori, della Fede, della Speranza e della Carità cristiana.