In questo giorno di Venerdì Santo riflettiamo sulla passione di Gesù, la sua sofferenza, suoi ultimo dolori, ma soprattutto le sue ultime parole pronunciate dalla sua stessa croce. Per accogliere gli ultimi messaggi di Gesù per noi dobbiamo concentrarci su tre frasi pronunciate da Lui:
1- Padre, se è possibile allontana da me questo calice…
Il segno che dimostra che Gesù è stato profondamente umano come tutti gli uomini è che anche lui fino l’ultimo momento ha esperimentato il sentimento della paura dinanzi alla sofferenza, ai dolori e la morte. Ma allo steso tempo si è affidato totalmente al disegno del Padre…dicendo: “tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Questa à la preghiera che anche noi dobbiamo fare al Padre quando ci troviamo pressi dalla sofferenza, dal dolore, dalla malattia…Quante volte invece di assumere con serenità queste situazione cominciamo a rinnegare e persino a prendere distanza da Dio stesso.
A volte dinanzi alle nostre sofferenze personale subito ci diciamo a noi stessi: Signore perché proprio io? Oggi proprio siamo invitati a formulare altre domande:
- Gesù ci invita a passare dal perché questo dolore?, sofferenza o scomparsa da qualcuno che vogliamo bene. Non sapremo mai i misteri della vita umana.
- Siamo invitati allora a domandarci Per chi soffrire?, intuire il senso della sofferenza ci aiuta a metterci nella prospettiva della fede.
- Più importante ancora è sapere Con chi soffrire? Quando associamo le nostre sofferenze alla croce di Gesù incominciamo a credere che la vita non finisce con la sofferenza e con la morte, ma che queste esperienze risulta un passaggio necessario per partecipare assieme a Gesù la sua gloria.
Gesù ci insegna in questo venerdì santo a dire: Non sia fatta la mia volontà bensì la tua Dio Padre.
2- Dio mio perché mi hai abbandonato…
In questa espressione di Gesù troviamo il grido disperato di tante persone umane che non trovano aiuto e sostegno in certi momenti. Dio Padre non ha lasciato “solo” al suo Figlio, bensì ha fatto che la sua stessa madre rimanesse ai piedi della croce accompagnata dal discepolo che si è sentito amato profondamente da Gesù. Questa è la dimostrazione più evidente che anche Dio non ci abbandonerà mai.
Restare fedele a Gesù è stare presente con lui ai piedi della croce, presenza che è l’espressione più bella di amore e di fedeltà.
3- Ho sete…tutto è compiuto…
Nel momento che Gesù dice: “Tutto è compiuto”, svolge, prima di consegnare lo spirito, il suo ultimo sguardo verso Dio Padre che lo accoglie perché Lui è stato fedele persino ai momento de grande tentazioni e solitudine.
Ma nel momento che Gesù dice: “Ho sete”, ci rendiamo conto che persino qui gli uomini l’anno rifiutato per l’incredulità e sordità. L’aceto è il segno che gli uomini, cioè ciascuno di noi, non hanno capito che la vita donata per amore è un dono di salvezza.
Riflettere sulla passione di Gesù ci aiuta allora a vivere i momenti di dolori come una forma di compartecipazione alla sofferenza patita da Cristo per la nostra salevezza.
L’esempio di vita de Maria possa insegnarci oggi che stare vicini a chi soffre è l’espressione più bella del sostegno affettivo e la risposta de amore verso colui che si ha donato totalmente per la intera umanità.