Nostro signore Gesù Cristo Re dell’universo
Celebriamo in questa settimana la regalità di Cristo, cioè, Gesù come Signore e Re dell’universo. Concludendo l’anno liturgico con questa celebrazione, presentiamo a Cristo, come fosse un tributo accuratamente preparato, i frutti dell’anno che finisce, riconoscendo la sua presenza, il suo aiuto e la sua amicizia. Stiamo anche nella soglia dell’avvento, tempo che ci prepara per l’incontro tra Dio e l’uomo, e tra l’uomo e Dio. Dio si avvicina all’umanità ed a ciascuno di noi, ma anche noi, dobbiamo metterci in cammino verso Lui.
Vi presento una breve riflessione, appunto, per predisporci a vivere con gioia questa festa, in cui Gesù dice a ciascuno di noi: Io voglio regnare nella tua vita, «per questo sono venuto a questo mondo», lasciamo, allora, che regni veramente, come egli vuole regnare nella nostra vita, per infondere in essa la sua presenza e forza divina.
Cosa dobbiamo fare, come dobbiamo vivere e comportarci perché possiamo veramente metterci in cammino e lasciar regnare Gesù nella nostra vita?
Prima di tutto, una persona che si mette in cammino subito si prepara per l’azione e si domanda verso che direzione mi devo orientare. Non c'è cosa peggiore sentire dire alle persone scoraggiate: “sono stanco della vita”, “non ce la faccio più”, “io sono cosi da tanti anni”. Dio proprio si avvicina per rinnovare la nostra vita, per ammorbidire i nostri cuori e rafforzare la nostra volontà.
Secondo, per lasciare regnare Gesù, dobbiamo lasciarci guidare da Lui, essere docili e disponibile alle sue ispirazioni, alla sua voce che ci parla attraverso, prima di tutto la Scrittura, la vicenda della vita comunitaria e nei volti concreti delle persone bisognosi. Dio ci parla costantemente e ci suggerisce le buone idee e azioni nella nostra coscienza e nei nostri cuori. Non possiamo sentire la sua voce, se non lasciamo spazio per l’ascolto, soprattutto nei momenti della nostra preghiera personale, ma, ascoltare Dio vuol dire anche riconoscere la sua presenza nell'altro, lasciarsi rinnovare dall'altro, accettare l'altro senza nessun condizionamento per condividere la vita in comunione.
Terzo, i soldati dicevano a Gesù: «se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Questo fatto ci mostra che il regno di Dio non si costruisce con la forza, il potere, la prepotenza umana, bensì, la sua potenza si trova nella sua grande misericordia, nella sua compassione, cioè, nella sua capacità di condividere la vita con gli altri e di stabilire rapporti sereni. Gesù regna nell’amore, nella compassione, nella solidarietà, nella debolezza e nella mitezza.
In conclusione: Possiamo dire che Gesù Cristo regna nella relazione e nella comunione di vita ed amore, la sua intima comunione di amore con il Padre e lo Spirito Santo si esprime nella relazione con l’umanità, cioè con noi. Gesù è un Re perchè è capace di ristabilire questa relazione di amore nella redenzione mediante la sua croce. Allora, Gesù regna perchè è capace di amare tutti i suoi prossimi e di amare senza condizionamenti, senza misurare sacrifici, è questa l'esperienza che ha avuto il “buon ladrone”, si è sentito profondamente amato dal figlio di Dio, e questa esperienza vitale ha suscitato in lui il suo desiderio di conversione per la sua salvezza personale.
Lascio due domande da pensare: posso dire in questo momento che mi sento veramente amato da Gesù? Quando sperimento l'espressione del suo sguardo sofferente e sereno riesco a rinnovare la mia fiducia e fede personale?